Storia della Sezione

Una sezione effervescente. Storia della sezione di Domegge di Cadore

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La sezione viene fondata il 2 settembre 1967. Qualcuno tra i promotori era già iscritto al C.A.I. Primo presidente Arcangelo Da Rin, rimasto in carica fino al dicembre 1970 quando viene eletto sindaco di Domegge. Gli subentra Natale Da Deppo.

Ai piedi delle Marmarole sorgeva la Casera Baion, punto di riferimento di un alpeggio antico. Era chiusa dagli anni ‘60. L'idea di trasformare la casera in rifugio viene accolta con entusiasmo. Il Baion è il primo rifugio del C.A.I. di Domegge e viene inaugurato il 18 luglio 1971. Dopo le Marmarole, l'attenzione si sposta in Val Talagona e più precisamente su Casera Cercenà. Costruita nel 1896, aveva subito la stessa sorte degli altri luoghi di pascolo: l'oblio. I volontari del C.A.I. la riadattano, la ampliano e nel 1975 la aprono al pubblico. Questo secondo rifugio rappresenta un salto di qualità per la sezione che nel 1976 contava ben 390 soci. Era la quarta per numero di iscritti in provincia, dopo Feltre, Belluno ed Agordo. Forte anche dei numeri il presidente Natale Da Deppo pensa ad un'ulteriore opera, molto più ambiziosa delle precedenti: ripristinare la vecchia Casera Montanel di Sopra, a quota 2048 nel Cadin di Montanel, per farne un bivacco. II bivacco viene inaugurato il 9 settembre 1979.

Nel 1981 a Natale Da Deppo subentra come presidente della sezione Remo De Silvestro. La più longeva presidenza spetta a Mario Meneghin. Eletto nel 1985, resta in carica fino al 1996. Anni di generoso impegno e di lavoro intenso che arricchiscono l'attività della sezione, apportano notevoli migliorie e producono un'infinità di interventi sulle strutture e lungo i molti sentieri di competenza. Durante la sua gestione viene firmato il passaggio di proprietà del prestigioso Rifugio Padova dall'omonima sezione al Comune di Domegge. Nel 1990 il sindaco Flaminio Da Deppo firma l'atto definitivo del passaggio di proprietà che viene festeggiato con un incontro conviviale in Prà di Toro dalle due sezioni. Un momento storico per la comunità domeggese. Da quel lontano 1910, anno di costruzione del primo rifugio Padova, alla sua rinascita nel 1931 dopo la slavina che lo aveva distrutto, la sua presenza in Prà di Toro è sempre stata considerata come una parte inscindibile delle frequentazioni sugli Spalti e sui Monfalconi. Per tutti gli anni novanta i direttivi di Meneghin e di Giorgio Valmassoi, subentrato a Meneghin nel 1997, dedicano la totalità delle risorse, un forte impegno volontaristico ed una costante passione per migliorare la struttura del Rifugio Padova, rendendolo adeguato alle mutate esigenze escursionistiche.

Nel 2000 viene eletto presidente sezionale Fioretto De Bon al quale subentra Costantino Pinazza. In questo decennio si lavora molto soprattutto per migliorare le strutture ricettive. Grazie al sostegno del Comune è stato possibile realizzare una centralina idraulica a servizio del Rifugio Padova. Un'opera che ha consentito di attingere energia rinnovabile dall'acqua che scorre sul Rio Toro e di eliminare il vecchio e rumoroso motore a gasolio. Sempre in questi anni numerose sono le iniziative culturali e il Bivacco Montanel diventa Bivacco Natale Da Deppo. Il 6 ottobre 2002, con una riuscita manifestazione al Rifugio Padova, si ricorda il cinquantenario della posa della campana sul Campanile di Toro. Nel 2003 si celebrano i 100 anni della prima ascensione al Campanile di Toro e i 50 anni della chiesetta del rifugio. Le due date vengono ricordate con una serie di manifestazioni che prendono il via con I'inaugurazione della collezione, allestita presso il Rifugio Padova, di documentazione storica, materiali e biglietti di vetta. Tra le iniziative di quei giorni anche la presentazione del libro del socio Emilio Da Deppo "Le Dolomiti d' Oltrepiave", che racconta la storia alpinistica degli Spalti e dei Monfalconi. Nel 2012 la presidenza viene assunta da Luisella Deppi, la prima donna alla guida della sezione.

Meritano inoltre un riconoscimento quanti si sono prodigati a favore della sezione, a cominciare dai segretari che si sono succeduti fino ad oggi. Da Giorgio Teza a Gianmario Da Vià, da Emilio Da Deppo a Plinio Bridda, da Geni Frescura a Giancarlo Da Vinchie, il cui negozio è sempre stato un prezioso punto di riferimento per i tesseramenti. Un grazie speciale deve essere rivolto a quanti, negli anni, si sono concretamente prodigati prestando la loro opera nei rifugi, nel bivacco e nella manutenzione dei 16 sentieri che nella loro totalità raggiungono i 50 chilometri di lunghezza.

La storia di un impegno

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Sono tanti i modi per avvicinarsi alla montagna: da escursionista ad alpinista, ma anche da divulgatore e promotore culturale. Tutti rappresentano lo spirito alpino e insieme esaltano il rispetto dell'uomo nel suo rapporto con la montagna, la natura e i suoi valori. Pensiamo ai professionisti della montagna, ai gestori delle strutture alpine, a chi provvede alla manutenzione del territorio montano, a chi si impegna nell'animare e mantenere in attività le nostre sezioni C.A.I. A quanti lavorano gratuitamente, dietro le quinte, senza chiedere nulla, va la stima e la riconoscenza di chi frequenta la montagna.
Uno di questi è stato Natale Da Deppo.
La sua notorietà in Cadore è sempre stata legata al Bar Serenissima, nello storico palazzo cinquecentesco in centro a Domegge, che Natale ha gestito per tanto tempo.
Fin dagli anni ‘50 il bar divenne laboratorio di cultura alpina, ritrovo dei pionieri che frequentavano le Dolomiti d'Oltre Piave e punto di riferimento per la divulgazione e l'adesione al Club Alpino Italiano.
Nato a Domegge nel 1917, dopo gli studi di meccanica venne arruolato nel 1937 nel Reggimento Ferroviario di Torino dove ottenne la qualifica di elettro-meccanico e l'abilitazione a condurre locomotive.
Operò sulla linea militare Chiasso-Aosta e nel 1942 venne impiegato in zona di guerra in Libia dove, al seguito dell'avanzata italo-tedesca, percorse con il treno tutta la litoranea fino all'Egitto.
Durante un attacco aereo riportò una ferita agli arti inferiori che, rimpatriato, lo fece peregrinare per gli ospedali italiani fino al congedo.
Nel 1948, periodo diffìcile del dopoguerra, avaro di soddisfazioni economiche, ma ricco di eventi, prese in gestione assieme alla moglie il Rifugio Padova.
Fu testimone della querelle degli strapiombi nord del Campanile di Montanaia che vide imputato Severino Casara e che richiamò a Domegge alpinisti e giornalisti i quali al rifugio Padova tennero riunioni ed emisero sentenze, con polemiche a tutt'oggi non del tutto sopite.
Visse lo straordinario momento delle Dolomiti d'Oltre Piave, con la presenza di insigni studiosi quali l'ingegnere tedesco Wolfgang Herberg e il medico milanese Vincenzo Altamura i quali attuarono la sistematica ricognizione delle decine di vette, guglie e pinnacoli di cui è ricca la Val Talagona, diffondendone la conoscenza e la notorietà.
Intuì e perfezionò il percorso della Forcella Segnata quale valico strategico per il Campanile di Montanaia.
Un percorso che riduce di molto, sia in termini di tempo sia di fatica, lo scavalcamento per la Forcella Montanaia.
Con l'inizio degli anni '50, quando l'economia del Cadore cominciò a modificare il tessuto sociale, Natale lasciò la gestione del Rifugio Padova e aprì il Bar Serenissima. La gestione del Padova passò alla famiglia De Zolt di Campolongo di Cadore.
Socio fondatore della sezione di Domegge del Club Alpino Italiano ha ricoperto la carica di presidente dal 1971 al 1981, guidando l'attività sezionale con un'intraprendenza ed un'effervescenza coinvolgenti.
Nascono in quegli anni i rifugi Baion e Cercenà e sempre in quel periodo inizia l'iter per l'acquisizione del rifugio Padova.
Fu socio co-fondatore della Società Sportiva Val di Toro, che ha operato per un decennio a Domegge nel campo dello sci di fondo e della corsa campestre e che ha avviato allo sport schiere di giovani.
Per questa sua intraprendenza in ambito sociale il presidente Giovanni Leone lo ha insignito del titolo di Cavaliere della Repubblica.
Per ricordarlo, nel 2001 la sezione C.A.I. di Domegge gli ha intitolato il bivacco che si trova sotto la cima del Montanel, a quota 2048, che proprio Natale Da Deppo aveva voluto realizzare a tutti i costi per ospitare gli alpinisti e per rendere omaggio ad una montagna simbolo, conquistata nel 1885 da Julius Kugy.
L'infaticabile dedizione di Natale Da Deppo, il proselitismo a favore della montagna e la concretezza della sua opera lo hanno fatto diventare un testimone e un esempio da imitare.